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La progettazione di un’opera è uno dei momenti più delicati e fondanti della sua realizzazione. Dalle idee iniziali al progetto finito vi è una complessa dinamica di rapporto tra committente e artista.

La progettazione è sempre il primo step del mio ciclo lavorativo, ed è anche la fase sicuramente più delicata. Inizialmente bisogna capire bene le esigenze del cliente, il contesto cui l’opera e destinata, il budget di spesa e molto altro. Chiariti questi aspetti passo alla messa su carta delle prime idee, in cui utilizzo molto anche le tecniche CAD per le valutazioni tecniche ed estetiche dell’opera nel suo definirsi. Generalmente sottopongo le bozze al cliente per capire se la direzione che ho preso è quella giusta, e ciò mi aiuta ad evitare inutili perdite di tempo arrivando a risultati sicuri. In sede di progettazione vi sono tante considerazioni da fare: gradevolezza estetica, leggibilità, modernità o aderenza ad uno stile dove richiesto, fattibilità tecnica, contenimento dei costi, pregnanza simbolica.

 

 

 

 

 

 

 

Controllando completamente il ciclo produttivo - essendo io stesso che realizzo le opere che progetto - l’aspetto tecnico è per me fondamentale, anche se questo potrebbe in parte inibire la mia componente creativa. Dico questo perché l’essere legati a materiali “rigidi” quali i metalli e a tecniche complesse e costose di fatto può limitare la vena creativa, ma poiché le possibilità realizzative rimangono comunque molto ampie io, di fatto, non ho finora sentito più di tanto questa limitazione.

Normalmente l’aspetto finale delle opere realizzate supera di gran lunga la qualità dei progetti iniziali, per quanto le renderizzazioni attualmente possano essere fotorealistiche; lo splendore dei metalli, degli smalti e delle gemme nulla ha a che vedere anche con la più riuscita delle immagini del progetto, e ciò va a maggiore garanzia della soddisfazione mia e del cliente.

Nelle mie creazioni mi piace essere abbastanza lineare; quando è necessario so cedere alle lusinghe dell’esuberanza decorativa ma, come com’era stile anche di mio padre, preferisco le superfici lisce e le forme pulite, facendo più che altro parlare i materiali e la loro armonia.

Francesco Paganini